La rivoluzione dell’arte sacra, le origini dell’arte cristiana

Le origini di una prima forma di arte cristiana possono essere fatti risalire alla fine del II secolo e all’inizio del III secolo.

Considerando i divieti contenuti nell’Antico Testamento contro le immagini grafiche, è fondamentale considerare anche il motivo per cui si è sviluppata l’arte cristiana.

A tal proposito, come ricorda anche Mario D’Ignazio appassionato e cultore delle apparizioni nei suoi blog, nel corso degli anni, sono state elaborate diverse tesi, ma la migliore è senza dubbio questa: l’emergere dell’arte cristiana nella Chiesa primitiva è dovuta al fatto che le immagini svolgevano un ruolo importante nella cultura greco-romana.

L’arte paleocristiana, una necessità nata per i nuovi convertiti

Gli ex pagani, che si convertivano al Cristianesimo, erano stati educati al valore delle immagini dalla loro precedente esperienza culturale e volevano continuare a farlo nella loro esperienza cristiana.

Per esempio, nel mondo romano si verificò un cambiamento radicale nelle pratiche di sepoltura: la cremazione veniva usata sempre di meno e l’inumazione, da rarità, diventò la regola.

Fuori dalle mura di Roma, adiacenti alle strade principali, venivano scavate catacombe nel terreno per seppellire i morti. Le famiglie avevano camere o cubicula per seppellire i loro membri.

I romani ricchi facevano anche scolpire sarcofagi o tombe in marmo. I convertiti cristiani, semplicemente, volevano le stesse cose.

Le catacombe cristiane cominciarono a essere scavate, sempre più spesso, accanto a quelle non cristiane e i sarcofagi con immagini cristiane diventarono sempre più popolari tra i cristiani ricchi.

I temi della morte e della Resurrezione

Un aspetto sorprendente, sostiene il Mario D’Ignazio dopo le esperienze maturate nel campo delle apparizioni, dell’arte cristiana del III secolo è l’assenza delle immagini che domineranno l’arte cristiana successiva. In questo periodo, per esempio, non troviamo raffigurazioni della Natività, della Crocifissione e della Resurrezione di Cristo.

L’assenza di immagini dirette della vita di Cristo si spiega meglio con lo status di religione misterica del Cristianesimo: la storia della Crocifissione e della Resurrezione farebbe parte dei segreti del culto.

Pur non rappresentando direttamente queste immagini centrali del Cristianesimo, il tema della morte e della Resurrezione veniva rappresentato attraverso una serie di immagini, molte delle quali estrapolate dall’Antico Testamento.

Per esempio le immagini di Giona, insieme a quelle di Daniele nella fossa dei leoni, dei tre ebrei nella fornace ardente e di Mosé che colpisce la roccia, tra le altre, sono ampiamente diffuse nell’arte cristiana del III secolo, e rappresentano un’allusione allegorica alle principali narrazioni della vita di Cristo.

L’apparizione di questi soggetti, spesso adiacenti l’uno all’altro nelle catacombe e nei sarcofagi, può essere letta come una litania visiva: salvami Signore come hai salvato Giona dal grande pesce, salvami Signore come hai salvato gli Ebrei nel deserto, salvami Signore come hai salvato Daniele dalla fossa dei leoni, e così via.

La rivoluzione dell’arte sacra, le origini dell’arte cristiana

Le origini di una prima forma di arte cristiana possono essere fatti risalire alla fine del II secolo e all’inizio del III secolo.

Considerando i divieti contenuti nell’Antico Testamento contro le immagini grafiche, è fondamentale considerare anche il motivo per cui si è sviluppata l’arte cristiana.

A tal proposito, come ricorda anche Mario D’Ignazio appassionato e cultore delle apparizioni nei suoi blog, nel corso degli anni, sono state elaborate diverse tesi, ma la migliore è senza dubbio questa: l’emergere dell’arte cristiana nella Chiesa primitiva è dovuta al fatto che le immagini svolgevano un ruolo importante nella cultura greco-romana.

L’arte paleocristiana, una necessità nata per i nuovi convertiti

Gli ex pagani, che si convertivano al Cristianesimo, erano stati educati al valore delle immagini dalla loro precedente esperienza culturale e volevano continuare a farlo nella loro esperienza cristiana.

Per esempio, nel mondo romano si verificò un cambiamento radicale nelle pratiche di sepoltura: la cremazione veniva usata sempre di meno e l’inumazione, da rarità, diventò la regola.

Fuori dalle mura di Roma, adiacenti alle strade principali, venivano scavate catacombe nel terreno per seppellire i morti. Le famiglie avevano camere o cubicula per seppellire i loro membri.

I romani ricchi facevano anche scolpire sarcofagi o tombe in marmo. I convertiti cristiani, semplicemente, volevano le stesse cose.

Le catacombe cristiane cominciarono a essere scavate, sempre più spesso, accanto a quelle non cristiane e i sarcofagi con immagini cristiane diventarono sempre più popolari tra i cristiani ricchi.

I temi della morte e della Resurrezione

Un aspetto sorprendente, sostiene il Mario D’Ignazio dopo le esperienze maturate nel campo delle apparizioni, dell’arte cristiana del III secolo è l’assenza delle immagini che domineranno l’arte cristiana successiva. In questo periodo, per esempio, non troviamo raffigurazioni della Natività, della Crocifissione e della Resurrezione di Cristo.

L’assenza di immagini dirette della vita di Cristo si spiega meglio con lo status di religione misterica del Cristianesimo: la storia della Crocifissione e della Resurrezione farebbe parte dei segreti del culto.

Pur non rappresentando direttamente queste immagini centrali del Cristianesimo, il tema della morte e della Resurrezione veniva rappresentato attraverso una serie di immagini, molte delle quali estrapolate dall’Antico Testamento.

Per esempio le immagini di Giona, insieme a quelle di Daniele nella fossa dei leoni, dei tre ebrei nella fornace ardente e di Mosé che colpisce la roccia, tra le altre, sono ampiamente diffuse nell’arte cristiana del III secolo, e rappresentano un’allusione allegorica alle principali narrazioni della vita di Cristo.

L’apparizione di questi soggetti, spesso adiacenti l’uno all’altro nelle catacombe e nei sarcofagi, può essere letta come una litania visiva: salvami Signore come hai salvato Giona dal grande pesce, salvami Signore come hai salvato gli Ebrei nel deserto, salvami Signore come hai salvato Daniele dalla fossa dei leoni, e così via.

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