La 12esima edizione degli Stati Generali della Green Economy ha al centro il tema dei costi e benefici della transizione ecologica. Si svolgeranno a Rimini all’interno di Ecomondo il 7-8 novembre prossimo, organizzata dal Consiglio Nazionale della Green Economy, composto da 68 organizzazioni di imprese, in collaborazione con il MASE e la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, sostiene che “La transizione ecologia, pur essendo impegnativa e onerosa, è in grado di generare benefici ben superiori ai costi: ogni euro investito crea un valore positivo in termini economici e sociali. Essa è necessaria non solo per arrestare la crisi climatica ed ecologica, ma è anche un’occasione da non perdere per il rilancio durevole e di qualità di un’economia ormai stagnante come quella italiana. È meglio e più vantaggioso investire per l’economia di domani, invece di frenare il cambiamento”.
I vantaggi dell’attuazione degli obiettivi europei di decarbonizzazione
Se si riesce ad arrivare agli obiettivi europei di decarbonizzazione al 2030 porterebbe ad un risparmio totale di costi energetici e di costi delle emissioni di circa 66 Mld€ con un effetto moltiplicatore sulle attività economiche e sulle entrate del bilancio dello Stato: fra Irpef, imposte dirette e indirette, contributi sociali e altre entrate correnti, si arriverebbe nel decennio a maggiori entrate per lo Stato di ben 529,5 Mld€ cumulate al 2030, a fronte di un investimento aggiuntivo di 147 miliardi. E se venisse attuata la piena circolarità economica, il consumo complessivo dei materiali nel 2030 diminuirebbe del 14,5% rispetto al 2020, diminuerebbe la quantità di rifiuti prodotti (-17 Mt al 2030), aumenterebbe la quantità di rifiuti sottoposti ad attività di riciclo (+18% al 2030), portando il tasso di riciclo nel 2030 all’89,8%.
I vantaggi dell’economia rigenerativa
Per avere, quindi, una economia rigenerativa occorre rendere equilibrato il capitale naturale che ha subito danneggiamenti a causa dell’erosione del suolo (da 11,63 a 11,69 t/ha), che ha causato perdite di circa 17 milioni di euro; le trasformazioni della copertura del suolo hanno diminuito la possibilità di regolare i regimi idrologici, con perdite fino a 3,8 miliardi di euro; la scomparsa di vegetazione naturale ha causato un calo di circa 2,5 milioni di tonnellate di carbonio immagazzinato, per un calo di benefici economici compresa tra 491 e i 614 milioni di euro. L’Italia, invece, avrebbe benefici di circa 2,4 miliardi di euro se gli ecosistemi vengono ripristinati, con dei costi di intervento di risanamento e di tutela per 261 milioni.